Poesia – Qualcosa che poi non mangeremmo

da | 25 Ott 2020 | Nuvolie

Stavo parlando con un amico
vestito d'un cappotto di sabbia
sopra un corpo di roccia,
e lui mi diceva di vivere, di ridere,
perché la normalità non si sceglie.
Ma tu riempivi di lacrime i miei occhi,
di pioggia le nuvole,
perché l'amore nemmeno.
E se potessi fuggire non fuggirei
l'essere così devoto al sogno
di stare lì con te, a ridere, a vivere,
a casa ogni giorno, cucinando insieme
qualcosa che poi non mangeremmo.

Franck Lefleur

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