Nuvolia, in tre sestine libere, sulle tre coppie di ali della libertà.
Bambino, rincorrevo le farfalle e le prendevo strette fra le mani, strappandone le ali: due infinità sulla mia schiena per voler volare di fantasia, su quei declivi verdi, fra corde raggianti mosse dai vènti. Da ragazzo divenne peso in spalle tagliare l'ali ai cigni maestosi rincorsi spregiando specchi celesti, dove sparsi di piume colmi cesti per farne doppie vesti alianti con cui frullare sopra tutti quanti. Dai tetti a piene nuvole mio padre poi si dette un vanto, incerando le piume d'Angelo ch'era caduto per gialla saetta sfuggita al Cielo. E su, e Su c'era l'Immenso SOLE! che lacrimò la cera in uno schianto.
Franck Lefleur
